Commissione Cultura – sostegno alla natalità e reintroduzione della Perugia Città Museo Card
New Tuscia Umbria – PERUGIA – La IV Commissione consiliare Cultura, presieduta dal consigliere Cesaro, ha discusso l’ordine del giorno presentato dal gruppo Lega – Salvini per Perugia su interventi a sostegno della natalità e spese connesse alla cura del nascituro, approvato alla fine con 11 voti favorevoli e 4 astensioni. Quindi, ha approvato all’unanimità l’ordine del giorno congiunto, presentato dai gruppi consiliari del centro sinistra e Movimento 5 Stelle, sulla reintroduzione della Perugia Città Museo Card. L’atto approvato è la sintesi dei due ordini del giorno presentati e discussi in precedenti sedute della medesima commissione.
Nel primo ordine del giorno in discussione, i consiglieri della Lega chiedono all’amministrazione di promuovere e realizzare interventi per il sostegno alla natalità e le spese connesse alla cura e all’accoglienza del nascituro, istituendo un assegno prenatale, con risorse da individuare nel Bilancio Preventivo 2021. Lo scopo è quello di fronteggiare i costi legati all’acquisto di beni di prima necessità, con priorità nei confronti delle madri che versano in comprovate condizioni di disagio economico, in base all’ISEE.
“In base ai dati Istat 2019 -ha spiegato la consigliera Roberta Ricci, nell’illustrare l’atto- il tasso di natalità nella nostra Regione è stato pari a 6,3 ogni mille abitanti, in calo costante negli ultimi anni e con un trend ancora più negativo di quello nazionale, mentre il tasso di mortalità dell’11.6 per mille, è da considerarsi tra i più alti d’Italia.” Ricci ha anche ricordato che il diritto alla vita è sancito dall’3 della Dichiarazione Universale dei Diritti dell’uomo, mentre la Convenzione sui diritti del fanciullo del 1989 riconosce la famiglia quale unità fondamentale della società e ambiente naturale per la crescita e il benessere dei suoi membri. “Secondo l’art. 31 della Costituzione -ha aggiunto – lo Stato agevola con misure economiche la formazione della famiglia, protegge la maternità, l’infanzia e la gioventù, senza dimenticare che in base all’art. 1 della L. 194 del 1978, garantisce il “diritto alla procreazione cosciente e responsabile, riconosce il valore sociale della maternità e tutela la vita umana dal suo inizio. L’interruzione volontaria della gravidanza non è mezzo di controllo delle nascite. Lo Stato, le Regioni e gli Enti Locali, nell’ambito delle proprie funzioni e competenze, promuovono e sviluppano i servizi socio-sanitari, nonché altre iniziative necessarie per evitare che l’aborto sia usato ai fini della limitazione delle nascite”.
Ricci ha altresì ricordato che la Regione Umbria, lo scorso mese di luglio, ha approvato il Programma Regionale del Fondo Nazionale per le Politiche della famiglia assegnando risorse economiche da destinare ad azioni volte al sostegno della natalità nell’ambito delle competenze sociali dei Consultori familiari nonché a supporto della genitorialità e che il Comune di Perugia in qualità di Comune capofila della Zona sociale n.2, attraverso gli Uffici della Cittadinanza, ha aderito al suddetto programma individuando le azioni da sviluppare con le risorse assegnate volte al sostegno della paternità e maternità responsabile e supporti alle problematiche di coppia, con la necessaria collaborazione fra gli attori istituzionali, quali i Servizi Socio-Sanitari, e dell’associazionismo familiare, per rafforzare la rete sociale di promozione e sostegno della famiglia e della genitorialità.
L’assessore al Welfare Edi Cicchi ha confermato che l’odg è in linea con le politiche familiari dell’amministrazione. “Denatalità significa un grande impoverimento per il paese e per la nostra regione. Anche nel nostro comune –ha affermato Cicchi- assistiamo a un forte decremento delle nascite. Per questo abbiamo avviato un piano di politiche familiari, non solo dal punto di vista economico, già prima della pandemia.” Diverse le azioni già messe in campo, come ha ricordato l’assessore, tra cui la Baby card, la cui erogazione senz’altro potrebbe essere anticipata alla fine della gravidanza, anziché a dopo la nascita del bambino, in modo da fornire un aiuto alle madri per le necessità sia della mamma stessa che del nascituro. Cicchi ha altresì ribadito che, con le risorse a disposizione, vengono aiutati tutti coloro che vivono in condizione di povertà e che hanno i requisiti previsti dalla legge per godere del beneficio, sottolineando come l’impegno dell’amministrazione debba essere quello di rendere tali interventi strutturali, nell’ambito di un progetto definito e più ampio.
Per il capogruppo Giubilei se, da un lato, non si può non essere d’accordo con la necessità di aiuti alle donne, dall’altra quella proposta dalla Lega nell’ordine del giorno rappresenta una soluzione spot, su cui molte sono le perplessità. “Dietro ogni ordine del giorno della Lega –ha detto- c’è un approccio strumentale al fenomeno, con soluzioni che non risolvono il problema.”
Dello stesso avviso anche la capogruppo Pd Bistocchi, per la quale il tema è molto più ampio e dovrebbe essere affrontato con ulteriori audizioni che ne permettano l’approfondimento, a dispetto, a suo avviso, del carattere di urgenza riportato nell’atto.
Per il capogruppo della Lega Mattioni, l’ordine del giorno è chiaro e breve proprio perché focalizzato su un tema specifico. “Si tratta –ha spiegato- di un aiuto concreto, sicuramente non esaustivo, ma che –contrariamente a quanto affermato dal capogruppo Giubilei- è calato sul campo in maniera concreta e l’assessore Cicchi ce l’ha confermato.”
D’accordo con l’ordine del giorno si è detta la consigliera M5S Morbello, che ha ricordato come, da sempre la situazione economica di un paese sia determinante nella scelta di fare figli. “I millennials oggi –ha precisato- vivono in condizioni peggiori dei loro genitori, malgrado abbiano un livello culturale più elevato. E in tale situazione è molto più difficile la scelta di mettere al mondo figli. Solo aiutando economicamente le famiglie e le giovani coppie possiamo uscire dall’inverno demografico del nostro paese.” Su queste premesse ha annunciato il proprio voto favorevole all’ordine del giorno.
D’accordo con Morbello si è detto anche il presidente Cesaro, per il quale la consigliera pentastellata ha centrato lo spirito dell’ordine del giorno. Cesaro ha anche ricordato, riportando le notizie riportate dalla stampa proprio questa mattina, che la denatalità è un problema importante e concreto del nostro paese, sul quale c’è poco da strumentalizzare. “Non ci dovrebbe essere colore politico su certe misure –ha detto- perché dovremmo avere tutti la medesima preoccupazione per la situazione che si sta verificando a causa della denatalità. Sicuramente, tali interventi dovrebbero essere strutturali, se vogliamo invertire questa tendenza, e dobbiamo provarci con tutte le nostre forze.
Anche le consigliere Ranfa e Maddoli hanno espresso le proprie perplessità rispetto alla proposta. Maddoli, in particolare, ha sottolineato che se il tema della tutela della maternità e il supporto alla genitorialità è di fondamentale importanza e sta a cuore a tutti, l’atto in discussione ha un’ottica molto ristretta e confusionaria rispetto alla complessità del tema. Per questo, ha ribadito l’invito alla proponente a ulteriori audizioni.
Dal canto suo, la consigliera Ricci ha rivendicato la concretezza dell’ordine del giorno definendolo “un segnale importante, soprattutto in questo momento di crisi, realizzabile sulla base di regole e criteri già esistenti. Non c’è dubbio –ha proseguito Ricci- che gli interventi per invertire la denatalità debbano essere strutturali, ma al momento non ci sono le risorse. È altresì vero che sono molti i temi da affrontare al riguardo, e proprio perché non abbiamo voluto fare un atto demagogico, ci siamo limitati a una proposta concreta e realizzabile.” La consigliera della Lega ha anche sottolineato di tenere in considerazione i suggerimenti dei consiglieri di opposizione per un secondo momento, quando eventuali risorse strutturali permetteranno di fare un ragionamento più ampio e completo. Al termine, l’atto è stato approvato con gli 11 voti favorevoli dei consiglieri di maggioranza e della pentastellata Morbello e l’astensione dei quattro consiglieri di centro sinistra.
La Commissione è quindi passata alla discussione dell’ordine del giorno congiunto presentato dai gruppi consiliari Pd, Idee Persone Perugia, Rete Civica Giubilei e M5S sull’estinzione del Consorzio Perugia Città Museo e la reintroduzione della Perugia Città Museo Card. Come anticipato, il testo illustrato oggi alla commissione è il frutto della sintesi dei due precedenti ordini del giorno già discussi.
Con il nuovo atto si impegna il Sindaco e la Giunta a mettere in campo tutte le azioni possibili per reintrodurre la Perugia Città Museo Card, o uno strumento analogo, anche in concerto con il Ministero dei Beni Culturali e le altre amministrazioni statali eventualmente competenti, la Regione Umbria e i privati interessati, nonché ad attivare un processo partecipato, che coinvolga gli amministratori, gli uffici comunali e tutti coloro la cui attività mira alla fruizione e valorizzazione dei beni culturali, al fine di definire l’operatività della card museale, restituendola così alla città di Perugia, ai suoi cittadini, al suo bagaglio culturale e al suo patrimonio storico-artistico, ristabilendo la rete, fitta e preziosa, tra i vari musei, e tra la stessa e i possessori della card.
“Con l’estinzione del Consorzio Perugia Città Museo viene meno anche la promozione, diffusione e vendita della Card Perugia Città Museo, diventato ormai uno strumento preziosissimo che facilita la visita ai principali luoghi culturali della città. -spiegano i proponenti- Il circuito Perugia Città Museo comprende, infatti, un’ampia varietà di musei, complessi monumentali e siti archeologici, offrendo agevolazioni economiche e servizi utili. Perugia fu tra le prime città a sperimentare il biglietto unico, che sempre più persone hanno mostrato di apprezzare. Per questo -proseguono- l’estinzione del Consorzio e conseguentemente della Perugia Città Museo Card costituisce un fatto grave e con preoccupanti ripercussioni, visto che aveva contribuito a rendere più disinvolto il rapporto con i musei cittadini, rispetto ai quali soprattutto i residenti iniziavano a dimostrare familiarità e a muoversi con naturalezza, partecipando anche alle iniziative via via messe in campo. Insomma, un’emorragia importante -concludono- sul piano culturale, che ha immiserito quel rapporto sentimentale tra le opere d’arte, i musei che le espongono, gli operatori che vi lavorano e i possessori della card; ma anche una perdita significativa sul piano economico.”
È molto importante, secondo i consiglieri, anche per lo stesso Comune di Perugia, proprietario di alcune strutture museali quali la Cappella di San Severo, San Bevignate e Palazzo della Penna, promuovere, diffondere e vendere la card che consente a tali strutture di essere inserite in un sistema museale integrato.
I proponenti hanno anche ricordato che in più occasioni l’assessore alla Cultura Varasano ha confermato l’intensa azione al fine di realizzare una rete urbana dei muse e dei luoghi della cultura, più ampia di quella attuale.
Soddisfazione rispetto al testo condiviso e alla discussione è stata espressa dal capogruppo di Progetto Perugia Vignaroli, che ha peraltro proposto, proprio in virtù di questo, di rendere l’atto di tutta la commissione. Proposta che le due capogruppo Bistocchi e Tizi hanno accolto di buon grado. L’ordine del giorno è stato, dunque, approvato all’unanimità dalla commissione con 15 voti a favore.