Prezioso manoscritto del XVII secolo donato alla Sperelliana

NewTusciaUmbria – Gubbio – Giornata memorabile per la città di Gubbio, un antico libro del 1600  contenente lo statuto dei falegnami eugubini è stato donato al Comune proprio alla vigilia della festa di San Giuseppe.

A donarlo alla Biblioteca Sperelliana è stato questa mattina Fulvio Scarpanti, che lo conservava dopo averlo ottenuto in eredità da suo zio Umberto Ceccarelli, abilissimo maestro del legno eugubino e volto conosciuto in città per aver condotto una nota impresa di falegnameria.

Prima di lui il prezioso volume era stato costudito gelosamente da un altro falegname eugubino Raffaele Costi ed andando a ritroso nel tempo si pensa che il libro sia passato di mano in mano, seguendo sempre l’antica tradizione.

Il proprietario Scarpanti nel momento della consegna alla città, ha così dichiarato – “questo libro aspetti ora di essere letto, studiato e interpretato. Per questo motivo, perché non restasse un documento privato, chiuso in qualche casa, ma fosse invece di stimolo per il progresso della conoscenza e della storia di Gubbio, ho voluto donarlo al Comune, affinché lo sappia valorizzare, lo sappia far conoscere e lo sappia mettere a disposizione di quanti si occupano della storia della città”.

Alla consegna del manoscritto erano presenti il Sindaco di Gubbio Filippo Stirati, il direttore della Biblioteca Sperelliana Francesco Mariucci e Massimo Bei, esperto di storia locale.

Il Sindaco Stirati, con grande entusiasmo e immensa riconoscenza per il grande gesto compiuto da Scarpanti, ha affermato – “Siamo particolarmente grati al signor Scarpanti per la sensibilità e per la generosità dimostrataci: sapremo custodire con cura questo testo, dandogli la rilevanza e il posto che merita. Sarà oggetto di studio e ricerca, e di certo sia gli studiosi più esperti sia il pubblico più generico sapranno apprezzarne le qualità. Sarà un prezioso strumento per continuare ad indagare più da vicino, dalle vive pagine di chi l’ha scritta, la storia di questa città, dei suoi più antichi mestieri, delle sue tradizioni e delle persone, uomini e donne, che negli anni l’hanno scritta, perpetrata, vissuta”.

 

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