Covid-19. I numeri dei servizi educativi per la prima infanzia

NewTuscia – PERUGIA – Se, nel complesso, i numeri della pandemia continuano a preoccupare, i casi positivi riscontrati finora all’interno dei servizi educativi per la prima infanzia del Comune di Perugia sono fortunatamente contenuti.

A fronte di 833 bambini e bambine accolti nei servizi comunali per la prima infanzia (di cui 584 nei nidi, 224 nelle scuole dell’infanzia e 25 nei centri per bambini), da settembre a oggi, si sono riscontrati 11 casi di bambini risultati positivi al Covid19. A questi si devono aggiungere 6 casi tra i 197 insegnanti ed educatori e 2 tra il personale delle cucine, che ammonta a 39 unità complessivamente.

In totale, dunque, 19 casi positivi che, se rapportati al totale dei bambini e del personale (236) ci dà una percentuale di appena l’1,8%, percentuale che si abbassa ancora all’1,71% se si considera anche il personale addetto ai servizi ausiliari (pulizia e custodia), dipendente dalla società appaltatrice, che pure frequenta giornalmente i servizi, il cui numero è attualmente di 41 unità.

Tutti i suddetti casi di positività si sono risolti con la messa in quarantena dei soggetti interessati senza ulteriori conseguenze.

“La costante assistenza del Dipartimento di Prevenzione dell’ASL Umbria1 e del Servizio Igiene e Sanità Pubblica, a cui è affidata l’opera di prevenzione e controllo delle malattie infettive e diffusive nelle strutture ad utilizzo collettivo, tra cui quelle scolastiche, ha consentito di risolvere con efficacia e tempestività i casi segnalati. -ha precisato il Vice Sindaco e assessore alle Politiche per l’Infanzia e l’Adolescenza Gianluca Tuteri- Voglio, per questo, ringraziare sentitamente, da parte mia e dell’amministrazione, il Dipartimento stesso, il Servizio e gli operatori per la disponibilità dimostrata nell’accogliere con puntualità le segnalazioni da noi effettuate e nel fornire le opportune indicazioni sia al personale che alle famiglie, la cui efficacia -ha concluso- continua a consentire, da un lato, di tenere arginati i casi di positività all’interno dei servizi educativi, dall’altro, di garantire un punto di riferimento sicuro in frangenti di grande incertezza dovuta alla pandemia.”

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