Coversione RSA Seppili in ospedale Covid
NewTuscia Umbria – Perugia – Depositato stamattina un ordine del giorno urgente a firma dei Gruppi consiliari di centro sinistra al Comune di Perugia Partito Democratico, Idee Persone Perugia e Rete Civica Giubilei sulla conversione della RSA “Casa dell’Amicizia A. Seppilli” in struttura COVID, manifestando contrarietà verso questa azione della Giunta Tesei e preoccupazione per utenti e personale sanitario.
Il Centro servizi Grocco riunisce una serie di servizi territoriali, e anche due strutture residenziali, la RSA e la RP “Casa dell’Amicizia A. Seppilli”. Apprendiamo in questi giorni dalla stampa l’intenzione della Regione Umbria di adibire parte della RSA Seppilli a struttura COVID, dopo aver già trasferito altrove gli attuali ospiti. Oltre al rischio che l’operazione rappresenta per gli anziani attualmente ricoverati, va considerato che l’ex Grocco ospita altre nove strutture socio-sanitarie, comprese la Neuropsichiatria e riabilitazione dell’età evolutiva e la Neuropsichiatria e psicologia clinica dell’età evolutiva.
Si tratta di servizi destinati a bambini fragili, non di rado affetti da più patologie, che frequentano l’Ex Grocco per terapie e riabilitazioni lunghe e complesse, che solo lì possono essere fatte; di genitori e nonni che spesso accompagnano i piccoli pazienti alle sedute di riabilitazione; nonché di tutto il personale medico, che già attualmente è in numero assai ridotto rispetto alle esigenze del territorio.
Allarme e preoccupazione infatti provengono anche dagli operatori sanitari, a cui viene chiesto di fare lo straordinario in una struttura COVID e poi, il giorno dopo, di tornare nell’orario di servizio a lavorare a contatto con malati e persone fragili in reparti non COVID, mettendo così a rischio se stessi ma soprattutto i pazienti, che in questo modo vengono esposti pericolosamente ad un rischio, quando invece dovrebbero essere curati, e ancor prima protetti.
Nonostante l’esperienza della prima ondata si è deciso scientemente di non pianificare una risposta sanitaria adeguata, ignorando anche le indicazioni che venivano dal personale. Nulla è stato fatto finora sul piano del rafforzamento degli operatori sanitari, che stanno andando verso il burnout.
A causa di questo atteggiamento irresponsabile e superficiale da parte della Giunta Tesei, il sistema sanitario umbro si trova di nuovo a fronteggiare una situazione di emergenza con forze insufficienti e con una carenza di medici e infermieri su tutto il territorio. I numeri parlano di 259 operatori sanitari positivi in Umbria, e i focolai in diverse RSA testimoniano come non si stia facendo abbastanza per tutelare i lavoratori e i pazienti. Una gestione dissennata che non tiene nettamente separati i percorsi COVID e non COVID.
Alle preoccupazioni degli utenti della struttura e dei loro familiari, già sovraccaricati di un fardello di emotività e di energie quotidiane, e ai malumori del personale medico e infermieristico, già sotto forte stress per l’aumento del carico di lavoro in un periodo così difficile, si aggiungono inoltre le proteste dei sindacati, con un fronte compatto e deciso.
Chiediamo alla Regione Umbria di tornare indietro rispetto alla decisione di convertire, seppur in modo parziale e temporaneo, in struttura COVID la RSA “Casa dell’Amicizia A. Seppilli”, in quanto non adeguata, con tutto ciò che comporta in termini di rischi per pazienti e operatori. Chiediamo altresì alla Presidente Tesei e all’Assessore Coletto di porre rimedio alle principali criticità in gran parte causate dal loro stesso atteggiamento arrogante e autoreferenziale, mettendo in atto una serie di interventi immediati, a partire dalle assunzioni a tempo indeterminato di personale e dal pieno rispetto della sicurezza di chi lavora.
Questo il testo integrale dell’ordine del giorno:
Oggetto: Contrarietà alla conversione della RSA “Casa dell’Amicizia A. Seppilli” in struttura COVID e richiesta di rafforzamento del personale sanitario.
PREMESSO CHE:
– Pietro Grocco, fondatore di un’importante scuola medica e ordinario di clinica medica a Perugia dal 1884 al 1888, ha dato il nome all’Ospedale sanatoriale di Perugia, sito in via della Pallotta e costituito tra il 1932 ed il 1935. Oggi il Centro servizi Grocco riunisce una serie di servizi territoriali, tra cui la Neuropsichiatria e riabilitazione dell’età evolutiva e la Neuropsichiatria e psicologia clinica dell’età evolutiva;
– Comprende anche due strutture residenziali, afferenti al Distretto del Perugino: la RSA “Casa dell’Amicizia A. Seppilli”, la Residenza Sanitaria Assistita che fornisce ospitalità, prestazioni sanitarie assistenziali e di recupero a persone anziane e adulte che non necessitano di ricovero ospedaliero, ma che non sono neppure assistibili al domicilio, e la RP “Casa dell’Amicizia A. Seppilli”, la Residenza Protetta che accoglie permanentemente, anziani non autosufficienti, con esiti di patologie fisiche, psichiche, sensoriali o miste stabilizzate, non curabili a domicilio e che non necessitano di prestazioni sanitarie complesse;
VALUTATO CHE:
– Apprendiamo in questi giorni dalla stampa l’intenzione della Regione Umbria di adibire parte della RSA Seppilli a struttura COVID, dopo aver già trasferito altrove gli attuali ospiti. Oltre al rischio che l’operazione rappresenta per gli anziani attualmente ricoverati, va considerato che il Seppilli occupa solo un piano del Centro Servizi della ASL1, che ospita come già ricordato altre nove strutture socio-sanitarie, comprese la Neuropsichiatria e riabilitazione dell’età evolutiva e la Neuropsichiatria e psicologia clinica dell’età evolutiva;
– Si tratta di servizi destinati a bambini fragili, non di rado affetti da più patologie, che frequentano l’Ex Grocco per terapie e riabilitazioni lunghe e complesse, che solo lì possono essere fatte; di nonni che spesso accompagnano i nipotini alle sedute di riabilitazione al posto dei genitori, impegnati al lavoro; e di tutto il personale medico (medici, fisioterapisti e logopedisti) che già attualmente è in numero assai ridotto rispetto alle esigenze del territorio;
– Desta preoccupazione e perplessità la decisione della Regione Umbria di trasferire una struttura COVID nello stesso stabile, in quanto per molte famiglie questo tipo di servizio è fondamentale e già ora subisce fortissime limitazioni derivate dall’emergenza sanitaria: visite e riabilitazioni rimandate o annullate, incontri diradati, lunghe attese. Occorre garantire il servizio e la sicurezza di questi bambini fragili, dei loro genitori, dei loro nonni, nonché di tutto il personale sanitario che di loro quotidianamente si occupa, e forse ingressi e percorsi separati potrebbero non essere sufficienti a evitare la contaminazione degli spazi e il rischio di infezione;
CONSIDERATO CHE:
– Allarme e preoccupazione provengono anche dagli operatori sanitari ivi coinvolti, a cui viene chiesto di fare lo straordinario in una struttura COVID e poi, il giorno dopo, di tornare nell’orario di servizio a lavorare a contatto con malati e persone fragili in reparti non COVID, mettendo così a rischio se stessi ma soprattutto i pazienti, che in questo modo vengono esposti pericolosamente ad un rischio, quando invece dovrebbero essere curati, e ancor prima protetti;
– Nonostante l’esperienza della prima ondata si è deciso scientemente di non pianificare una risposta sanitaria adeguata, ignorando anche le indicazioni che venivano dal personale. Nulla è stato fatto finora sul piano del rafforzamento degli operatori sanitari, che stanno andando verso il burnout;
– A causa di questo atteggiamento irresponsabile e superficiale da parte della Giunta Tesei, il sistema sanitario umbro si trova di nuovo a fronteggiare una situazione di emergenza con forze insufficienti e con una carenza di medici e infermieri su tutto il territorio. I numeri parlano di 259 operatori sanitari positivi in Umbria, e i focolai in diverse RSA testimoniano come non si stia facendo abbastanza per tutelare i lavoratori e i pazienti. Una gestione dissennata che non tiene nettamente separati i percorsi COVID e non COVID;
EVIDENZIATO CHE:
– Alle preoccupazioni degli utenti della struttura e dei loro familiari, già sovraccaricati di un fardello di emotività e di energie quotidiane, e ai malumori del personale medico e infermieristico, già sotto forte stress per l’aumento del carico di lavoro in un periodo così difficile, si aggiungono le proteste dei sindacati, secondo i quali la struttura è inadeguata con tutto ciò che comporta in termini di rischi per pazienti e operatori;
– Il fronte sindacale dei pensionati è compatto, e ha già ribadito la sua ferma opposizione alla trasformazione, anche se parziale e temporanea, della RSA in struttura COVID in un incontro con i vertici della Usl Umbria 1 e del distretto di Perugia. In quell’occasione Spi Cgil, Fnp Cisl e Uilp Uil dell’Umbria hanno parlato di scelta sbagliata e pericolosa in quanto non tutela né gli ospiti né gli operatori, creando una commistione che rischia di mettere in difficoltà i tanti utenti del servizio socio sanitario di via della Pallotta;
SI IMPEGNA il SINDACO e la GIUNTA:
– Ad intercedere presso la Regione Umbria affinchè l’Assemblea Legislativa torni indietro sulla sua decisione di convertire, seppur in modo parziale e temporaneo, in struttura COVID la RSA “Casa dell’Amicizia A. Seppilli”, sita al terzo piano del Centro servizi Grocco, che riunisce una serie di servizi territoriali utili e necessari a larga parte della comunità perugina, bisognosa di quei servizi in modo assiduo o sporadico, perché a tutti può capitare di incorrere in una fase di fragilità nella vita;
– Ad intercedere presso la Regione Umbria affinchè l’Assemblea Legislativa ponga rimedio alle principali criticità in gran parte causate dal suo stesso atteggiamento arrogante e autoreferenziale, mettendo in atto una serie di interventi immediati, a partire dalle assunzioni a tempo indeterminato di personale e dal pieno rispetto della sicurezza di chi lavora.